19. Cuccioli adottati da un gattile

Spesso i gattini provengono da un rifugio dove hanno vissuto per diversi mesi in piccole gabbie.

Quando li portate a casa dovete almeno per qualche giorno lasciarli in uno spazio limitato, tipo un bagno di servizio, per permettergli di abituarsi ad uno spazio più ampio di una gabbia. Ovviamente toglierete tutto ciò che può essere pericoloso, farete tutto quello che fareste per proteggere un bambino dai pericoli. Ricordatevi che abbiamo dentini aguzzi e unghie taglienti come un taglierino. Niente è al sicuro con un gatto piccolo che trova divertente distruggere il distruggibile.

Se avete la malsana idea di buttare il malcapitato direttamente in casa, senza una certa progressività di tempi e spazio, potrebbe succedere che il gatto corra e si arrampichi dappertutto senza riuscire a fermarlo. Poi i geni che lo hanno adottato lo riportano in gattile adducendo la scusa che il gatto è un pazzo scatenato che distrugge tutto. Non ci credete? Purtroppo è tristemente vero!!

Passato il dovuto tempo di decantazione dalla gabbia alla casa, quando lo lasciamo visitare la sua nuova abitazione, i primi tempi, state con lui. Le case nascondono tanti pericoli! Se non siete presenti, potreste non accorgervi che il vostro gatto si è infilato in un armadio o è scivolato dietro ad un mobile e non riesce più ad uscire.

I primi tempi il nuovo arrivato potrebbe rimanere nascosto sotto un letto o un divano per paura di voi e del nuovo ambiente. Non obbligatelo ad uscire, lasciategli il tempo di abituarsi. Avvicinategli cibo e acqua per fargli capire che il nuovo ambiente sarà per lui un bel posto dove vivere. Quando incomincerà ad uscire potete provare a giocare con lui, una pallina o un bastoncino potrebbero fare al vostro caso.

RICORDATI UMANO ADULTO, CHE NON SIAMO UN GIOCO per la tua prole. Possiamo diventare uno strumento per insegnare il rispetto e l’amore verso gli animali.

I bambini ai nostri occhi sono una specie di animale, soprattutto quanto incominciano a gattonare e a volere un rapporto più attivo con noi. Bisognerebbe che ci fosse sempre la supervisione di un adulto. I bambini non sanno calibrare la loro forza nel toccarci, di conseguenza devono essere guidati da un adulto verso una buona interazione con noi.

Il bagno di servizio, dove inizialmente mamma la prima notte di convivenza mi ha fatto dormire, è diventato il nostro “POSTO DELLE COCCOLE”. Quando la trovo lì, con il mio solito sguardo da sornione, le faccio capire che gradirei le coccole e le sue attenzioni senza la presenza di altri coinquilini. Lei chiude la porta, si accovaccia per terra, mi accarezza e mi sussurra piano piano che mi vuole bene. Piano piano perché altrimenti Osvaldo ci sente, lui è anche soprannominato “orecchie da Dumbo”. Appena si rende conto di quello che sta avvenendo dietro alla porta, incomincia a piangere e grattare perché è geloso.

Come vi ho già detto ci sono spazi e momenti che la mamma dedica a me esattamente come faceva prima che arrivassero gli altri due monelli. L’unico posto che condivido volentieri con Mimmy è il suo armadio (SOLO CON LEI).

Nanna insieme!!

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