10. Colonie, gattili, rifugi, oasi feline.

La mamma prima di incontrarmi ed entrare come volontaria in un rifugio non aveva la più pallida idea a cosa andasse incontro. Quando ha deciso che avrebbe voluto aiutare altri animali meno fortunati di noi, con molta paura e un pizzico di sano sospetto, ha cominciato ad informarsi sulle opportunità del territorio per proporsi come volontaria.

Aveva paura di trovarsi davanti a situazioni limite o strutture tipo lager.

Quando alla televisione sentiamo parlare di animali, molto spesso si tratta di notizie di cronaca: di animali maltrattati, di commercio illegale e di strutture non autorizzate dove gli stessi animali, spesso cani e gatti, vivono in maniera al limite della decenza. La paura che a l’ha frenata per molto tempo era proprio quella di scontrarsi con realtà di dolore, perché non voleva vedere cose che l’avrebbero fatta soffrire. Poi si è fatta forza e fortunatamente il rifugio da lei scelto era un posto ben gestito. Bene anche per il fatto che lì ha incontrato Mimmy, meno bene per quel monello di Osvaldo!!!

Questa esperienza le ha aperto un mondo nuovo fatto di dinamiche completamente diverse dalla gestione familiare di un animale in casa. Si è resa conto di quanta sofferenza si nasconda dietro al musetto di noi animali.

Come per gli umani, anche per gli animali ci sono situazioni dove la popolazione, la gente comune, dovrebbe essere più consapevole di quello che gli gira intorno.

La mamma dice che l’indifferenza è alla base del  vivere quotidiano di molti esseri umani, se tutti  guardassero  un po’ meno se stessi e fossero più aperti alle esigenze degli altri, sarebbe tutto più facile. Questo nei confronti non solo degli animali ma anche degli esseri umani.

Va beh, ve l’ho già detto, la mia mamma è una sognatrice, anche se ci mette molto del suo per sensibilizzare gli altri alla condivisione. Ognuno di noi ha un dono, una passione che possono essere messi a disposizione degli altri anche donando un po’ del proprio tempo o semplicemente mettendo a disposizione i propri talenti. C’é chi è bravo con il legno, chi ama il giardinaggio chi ancora sa aggiustare tutto. Pensateci! Fare del bene, fa bene. Sempre.

La normativa italiana prevede che gli enti e le associazioni protezionistiche  o il semplice cittadino possono avere in gestione le colonie feline, curandone la salute e le condizioni di sopravvivenza.

I servizi veterinari  della ASL “dovrebbero” assicurare gli interventi di sterilizzazione dei gatti.

LE STRUTTURE  PER IL RICOVERO DEI GATTI sono:

  • GATTILE SANITARIO
  • GATTILE RIFUGIO
  • OASI FELINA

Il gattile sanitario: è il luogo dove veniamo portati noi gatti per i ricoveri. Spesso non c’é in tutte le vostre città, dovrebbe essere una struttura sanitaria in grado di accogliere i gatti per i ricoveri temporanei, qualora manifestassero delle problematiche sanitarie. Potrebbe essere un decorso post operatorio, come per esempio una sterilizzazione.

Il gattile rifugio: è una struttura per il ricovero coattivo di noi gatti in spazi limitati. Spesso si trova all’interno dei canili rifugio e solitamente viene dato in gestione alle associazioni o gli enti protezionistici. Anche qui in linea teorica dovremmo starci poco ma non è così.

Oasi feline: queste sono aree recintate e attrezzate per il nostro contenimento, provviste di alloggi, casette etc., se siamo fortunati prevedono spazi verdi dove possiamo muoverci liberamente. Qui, più che in un rifugio, la nostra permanenza potrebbe essere definitiva, soprattutto per quelli che per diversi motivi, salute, età, non posso essere rimessi nell’ambiente libero.

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