6. Vacanze

Le vacanze possono essere un momento difficile da affrontare non solo per noi gatti ma anche per il nostro umano. Lo vedi che si tortura nell’annoso dubbio: “Lo porto come me in vacanza? Lo lascio a casa con qualcuno che si occupi di lui? Lo porto in una struttura dedicata, una pensione per gatti?”.

Per capire se portarci o meno con voi in vacanza dovete valutare non tanto quello che piacerebbe a voi ma bensì altri fattori, come quello caratteriale e il fatto o meno che ci piaccia viaggiare.

Dovete tenere conto che noi gatti siamo degli animali stanziali, cioè che non amiamo muoverci e in particolare non amiamo spostarci dal nostro territorio di appartenenza.

I gatti che invece amano viaggiare, o cambiare ambiente, sono un’eccezione, non una regola.

Come ho già detto, io, per esempio, sono stato abituato a viaggiare, a stare in case diverse ed è grazie al mio carattere che riesco ad attenuare i momenti di stress.

Dipende anche da quanto dovrebbe durare la vacanza. Se parliamo di un fine settimana o se di una settimana intera. Io sinceramente preferisco starmene a casa mia!

Se la vacanza dura più di due settimane noi gatti abbiamo più tempo per ammortizzare lo stress del viaggio e abituarci alla nuova abitazione.

VACANZA IN APPARTEMENTO O ALBERGO

Anche qui c’é’ da aprire un capitolo, dove si va, in vacanza, appartamento o albergo?

Diciamo che sarebbe meglio un appartamento non solo per una questione di spazio ma anche di tranquillità. Dover subire tutti i giorni l’accesso del personale delle pulizie non è il massimo. Siamo costretti tutti i giorni a dover essere messi nel trasportino durante le loro operazioni di pulizia e rassettamento. Inoltre la stanza di un albergo è decisamente molto piccola, tenendo conto che il nostro umano deve portare con sé tutto le nostre “cosine”, ovvero tiragraffi, cucce etc. etc.

Altra cosa a cui fare attenzione: abbiamo più possibilità, magari solo per distrazione del nostro umano, di avere accesso all’esterno e di poter scappare fosse anche solo per curiosità.

Se usciamo c’è il rischio che non ci ritroviate più, per la paura possiamo correre e smarrirci.

La mia mamma, quando cerca un luogo dove trascorrere le vacanze, fa una ricerca accurata soprattutto sulla disposizione degli ambienti.

Cerca di non scegliere balconi troppo vicini per non indurci in tentazione… magari per curiosità ci facciamo un giretto dal vicino, che potrebbe anche non gradire. Non deve essere un appartamento con pensiline o cornicioni che ci possano portare magari fino a piano terra.   

Esiste anche la possibilità che noi siamo abituati ad uscire con il guinzaglio, comunque dobbiamo trovarci in un ambiente tranquillo specie se non lo conosciamo e sotto attento controllo.

Ovviamente in base al nostro carattere e a come il nostro umano ci ha abituati possono esserci altre alternative.

CAT SITTER

Se l’umano non ha modo di portarci per un qualsiasi motivo in vacanza, un’ottima possibilità è affidarci ad un/una Cat Sitter .

Ci sono Cat Sitter che offrono la loro abitazione per ospitare noi gatti, altri invece vengono direttamente a casa dei nostri umani.

Questo è un nipote di mamma quando fa la Cat Sitter presso la sua abitazione. Molto bello!!

Io preferisco stare a casa mia.

Cosa deve fare un/una buona Cat Sitter:

> deve innanzitutto osservarci e rispettare i nostri tempi di adeguamento alla nuova persona;

> non insistere nel cercare a tutti i costi una relazione;

> cambiare giornalmente l’acqua nella ciotola;

> dare da mangiare (crocchette e umido), in base alle  nostre abitudini;

> pulire giornalmente la lettiera;

> cercare, compatibilmente con il nostro carattere, di interagire con noi per riempire un po’ del nostro tempo, visto che in assenza dei nostri proprietari il problema maggiore è sopportare la monotonia;

> l’ideale è che il /la Cat Sitter passino 2 volte, mattina e sera, per un tempo totale minimo di un’ora;

> il /la Cat Sitter deve informarsi sulle abitudini del gatto, sul carattere, sul veterinario di fiducia etc.;

> è importante che il/la Cat Sitter riceva delle informazioni importantissime, come nome e telefono del veterinario, dove si trova il trasportino in caso di necessità, telefono e persone di riferimento a cui affidarsi nel caso di problemi data l’assenza del proprietario.

> il/la Cat Sitter ha una duplice responsabilità quella nostra e indirettamente anche quella della casa.

E’ fondamentale, credo che sia superfluo dirlo, che il proprietario si accerti della serietà della persona a cui affida noi e le chiavi di casa. Farsi lasciare i dati verificandoli con la carta di identità.

E’ preferibile affidarsi a persone che abitano da tempo nella stessa città.

Solitamente dai veterinari esistono bacheche dove si possono trovare dei Cat Sitter della zona a cui potersi affidare. Ci si può comunque sempre informare dal proprio veterinario che a volte conosce personalmente queste persone.

Ovviamente c’e’ differenza tra curare un gatto un fine settimana, o una o più settimane.

Quando abbiamo più tempo riusciamo in linea di massima ad instaurare un rapporto con chi si sta prendendo cura di noi.

A volte è necessario somministrarci dei medicinali quindi bisogna che il nostro proprietario si accettarti che il /la Cat Sitter sia in grado di prendersi questo impegno così importante.

E’ sempre il caso di verificare l’eventuale difficoltà che può nascere nella somministrazione del medicinale ad un gatto.

Noi gatti nonostante ci piaccia essere abitudinari siamo anche animali piuttosto flessibili, nel giro di pochi giorni riusciamo ad adattarci alle nuove abitudini, salvo quando siamo molto anziani.

PENSIONE PER GATTI

C’è un’altra opzione: la pensione per gatti, dove noi gatti possiamo soggiornare per il tempo in cui il nostro umano va in vacanza.

Io francamente come ho già raccontato non mi sono trovato molto bene, nonostante la mamma avesse fatto tutte le verifiche per sincerarsi che il pensionato avesse tutti i requisiti necessari per il mio benessere fisico e psicologico.

La pensione per gatti non è per tutti i gatti, scusate se mi ripeto, non tutti noi siamo abituati a stare con altri gatti, siamo animali fortemente territoriali e stanziali inoltre non tutti amano entrare in contatto con estranei umani. Quindi la scelta o meno della pensione va valutata sopratutto in base alle nostre abitudini, al nostro carattere e sopratutto alla nostra età. Il gatto anziano mal sopporta i cambiamenti nella sua routine quotidiana.

UN SUGGERIMENTO SU COSA VERIFICARE DI UNA PENSIONE

  1. verificare che la struttura ospiti gatti sani (no Fiv no Felv, etc.);
  2. che tutti gli ospiti siano muniti di antiparassitario (se queste due cose non vengono accertate, significa che non si tratta di una struttura seria).
  3. la struttura deve essere costruita in modo che gli animali non possano fuggire;
  4. che gli ospiti siano accolti in spazi adeguati (no gabbia!);
  5. IMPORTANTE: che sia garantita la somministrazione del cibo abituale;
  6. la possibilità di portare alcune cose dell’ospite (cuccia, copertina preferita, giochi);
  7. l’edificio ospitante deve essere provvisto di riscaldamento o aria condizionata;
  8. la pensione deve avere un veterinario di riferimento in caso di emergenza;
  9. Alcune strutture danno al proprietario anche la possibilità di monitorare con web cam il proprio pelosetto.

La cosa più importante è a chi affidiamo il nostro gatto, al di là della bellezza della struttura, chi accoglie un gatto in pensione deve fare molte domande sul gatto per conoscerlo in maniera approfondita, la sua storia, le sue abitudini etc. Non deve essere solo una persona che ha gatti, che ama i gatti, deve essere una persona che ha studiato i gatti.

Alcuni di noi abituati sin da piccoli accettano di buon grado la breve permanenza in una di queste strutture, IO NO!

Preferisco starmene a casetta mia con le mie cose nel mio ambiente, aspettare il ritorno di mamma e papà, questo per me diventa più semplice.

IL VIAGGIO

La parte importante del viaggio è la nostra sicurezza e quella della nostra famiglia, quindi leggete attentamente questa lista.

  1. trasportino coperto con un telo leggero, per sentirci un pochino protetti dagli agenti esterni, che, non conoscendoli, potrebbero spaventarci;
  2. nel trasportino mettere una nostra copertina per darci almeno uno spunto di familiarità;
  3. se proprio non riusciamo a sopportare il viaggio c’é la possibilità che il nostro umano richieda al veterinario di somministrarci dei feromoni sintetici o dei blandi calmanti, per aiutarci a rilassarci. Se proprio non amiamo viaggiare e soffriamo il mal d’auto il nostro umano può considerare l’utilizzo, SEMPRE CON IL BENESTARE DEL NOSTRO VETERINARIO, NO FAI DA TE: del Feliway Spray, spruzzando il prodotto nella cuccia, nel trasportino prima di partire. Questo prodotto è una soluzione naturale a base di feromoni felini per prevenire o attenuare problemi comportamentali legati allo stress. Oppure il prodotto Killitam, che ha un’azione sedativa blanda che può durare dalle 8-12 ore.
  • Il viaggio deve essere il più possibile esente da buche e continue curve.
  • Non tenere troppo alto il volume della radio, già siamo bombardati da rumori che non conosciamo ci manca solo l’ennesimo frastuono sonoro.
  • Se possibile fare in modo che il viaggio duri poco o almeno con poche soste. Il viaggio non deve durare più di 8 ore, poi subentra la necessità di somministrarci il cibo, l’acqua e la possibilità di fare i nostri bisogni.
  • Non farci mai uscire dal trasportino o peggio che mai dall’abitacolo. Non lasciarci mai da soli.  Non abbiamo la necessità di sgranchirci le zampe, come per i cani.  E’ già successo che in sosta una volta che il nostro umano ha aperto la portiera siamo riusciti ad uscire, tra macchine, camion, gente e quant’altro il malcapitato gatto schizza come un pazzo per la strada/autostrata e rischia la vita. Nella migliore delle ipotesi non ci trovate più perché ci siano allontanati di corsa.
  • Lasciare un telo all’interno del trasportino in caso di necessità di andare “al bagno”.
  • Salvo che non sia caldissimo è meglio non somministrarci acqua, eventualmente è sufficiente bagnare il muso più volte.
  • Per limitare i sintomi del mal d’auto è meglio lasciarci a digiuno per sei, sette ore prima del viaggio. Acqua o cibo, è meglio che ci venga dato dopo il viaggio, potremmo per l’agitazione o solo per un mal d’auto, sentirci male e vomitare tutto.
  • Potete capire che stiamo male in viaggio quando vedete dell’ipersalivazione, vomito, dolori addominali. A volte questi effetti, purtroppo, possono manifestarsi anche in tratti brevi di strada.

Finiamo in bellezza con l’immagine di mio cugino

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