La mia storia

Questo sono io da giovane !

Ovviamente Mau è un nome di fantasia per proteggere la mia privacy!

Io, la mia mamma e i mei fratelli adottivi stiamo facendo un pezzo di vita insieme, un percorso fatto di momenti belli e brutti, di errori di valutazione da parte di mamma che ci hanno convinto che sarebbe stato interessante condividere con altri le nostre esperienze, non solo per il piacere di raccontare ma anche perché no, di riuscire ad avere un confronto costruttivo sui tanti argomenti che nascono dalla convivenza tra gatti e umani.

Spesso si parla del bellissimo rapporto tra cane e uomo, in realtà nel lunghissimo tempo trascorso con gli umani, tra alti e bassi (periodo orribilis il medio evo…) anche noi gatti ci siamo adattati e abbiamo scoperto che certi umani meritano il nostro affetto e la nostra gratitudine.

Inizialmente ci hanno accolto nelle loro case allo scopo di cacciare topi ed altri animaletti a loro non troppo graditi, per ovvi motivi. Poi si sono accorti che siamo in grado di instaurare un rapporto molto intimo con loro, quasi di telepatia, insomma nulla da invidiare ai cani.

Ognuno di noi ha il proprio carattere, io sono un gatto mediamente coccolone, mio fratello invece poco coccolone (si comporta come un cane!) e segue la mia mamma in ogni dove: se lei lo chiama lui corre, ma se lo vuole coccolare o prendere in braccio, apriti cielo,  brontola e piange come se lo stesse torturando. Mia sorella invece  è la classica gatta super coccolona, sta volentieri in braccio ed è molto bella, lei dice che il suo pelo é color cipria, insomma …una gatta da pubblicità che si comporta come il classico gatto affettuoso che è nell’immaginario collettivo degli umani.

Ma torniamo a me! La mia famiglia mi ha trovato una sera di gennaio con la neve che scendeva copiosa. Cosa rarissima da queste parti.

“Il papà e la mamma” sono convinti di avermi trovato, in realtà io li tenevo d’occhio già da un po’.

Lei mi piaceva molto, l’ho spiata a sua insaputa dalla porta finestra che dà sul salotto, aveva un viso così dolce e ho avuto la netta sensazione che tra di noi si sarebbe instaurato un rapporto speciale. Lui non sarebbe stato un osso facile e avrei dovuto impegnarmi molto per fargli accettare la mia presenza.

La prima notte sono stato messo nel bagnetto di servizio perché, giustamente, non mi conoscevano e non sapevano se oltre a me stavo portando anche degli “ospiti indesiderati”. Ma io non ho fatto un fiato, sono stato bravissimo perché volevo far capire loro che ero molto, molto bravo e non combinavo guai.

Sono rimasti molto colpiti!!  

La mattina del nostro primo giorno di convivenza, non avendomi sentito per tutta la notte il mio papà ha esordito con: “Andiamo a vedere, non sarà mica morto?!”.

Io dietro alla porta me la ridevo, anche se speravo che aprissero presto perché mi scappava tanta pipì. Hanno aperto la porta per farmi uscire ed io ho fatto i mei bisognini in giardino, poi sono subito corso da loro perché io avevo tutte le buone intenzioni di rimanere.

Una volta deciso che mi avrebbero tenuto, la prima cosa che la mia mamma ha fatto è stata di portarmi dal veterinario per fare una visita di controllo generale: l’eventuale positività alla Fiv e Felv (anche se al tempo questi due nomi non le dicevano praticamente nulla perché fino a quel momento aveva convissuto solo con cani). Ha fatto controllare se avevo gli acari nelle orecchie, se qualche pulce o zecca aveva deciso di vivere con me, insomma un Check Up completo.

Ho apprezzato molto i suoi sforzi, non conoscendo nessuno che avesse un gatto, la mia mamma ha cominciato a comprare libri su libri per imparare tutto quanto possibile su di me e le mie esigenze e infatti adesso abbiamo una libreria ben fornita!!

Lei dice che i libri sono meglio di internet.

Ero un gatto che sapeva già usare la lettiera, la mamma ha sempre pensato che io venissi da un’altra famiglia, visto che mi hanno trovato per strada il 2 gennaio, forse mi ero smarrito dopo avere sentito i fuochi d’artificio di fine anno o forse mi avevano abbandonato.  Io ovviamente so benissimo cosa mi è successo, ma la mia mamma non lo potrà mai sapere.

Mi ha portato da un toelettatore che mi ha lavato e fatto bellissimo!!  Una volta uscito dal “parrucchiere” sembravo un Trudy, sapete quei pupazzetti bellissimi che si possono acquistare?

Trudy the best!

La mamma si è poi resa conto nel tempo che non sarebbe stato necessario portarmi dal toelettatore visto che noi gatti siamo notoriamente animali puliti, ma vabbè dagli errori si può solo che imparare.

A distanza di qualche mese, quando avevo raggiunto la maturità sessuale, mi ha anche fatto sterilizzare…..!!

Abbiamo vissuto molte avventure insieme, sono sempre andato in ferie con lei, ho viaggiato in Italia, mare, montagna e persino all’estero.

Solo una volta mi ha lasciato in pensione e quando è tornata a prendermi, mi ha giurato che non lo avrebbe fatto mai più: gli ero mancato tanto tanto e a dire il vero anche lei… mi era mancata molto!

Per tanti anni sono stato l’unico gatto che viveva in casa e ovviamente tutto girava intorno a me. Eh già!!! Bei tempi!

Poi sono arrivati altri due “stranieri”, uno con la scusa che in gattile non ci voleva proprio stare e rischiava di morire, l’altra era talmente ruffiana e coccolona che la mia mamma non ha proprio resistito.

Primi mesi, alquanto difficili…

Non era facile accettare di dividere e condividere i miei spazi, e l’amore della mia famiglia, con altre 4 + 4 zampette.

Poi con il tempo è andata meglio, vero è che la mamma ha cercato in tutti i modi di lasciarmi i “miei spazi”, quelli da me preferiti.  Il suo armadio ancora oggi è off limits per gli altri miei coinquilini, fatta eccezione per Mimmy.

Ho un debole per lei…   guardate qua potete darmi torto?

Comunque la mamma ha cercato in tutti i modi di non farmi pesare oltre modo la loro presenza ed il fatto che il suo tempo dovesse essere diviso per tre.

Vivendo in un appartamento piccolo la mia mamma ha sfruttato gli spazi tridimensionali, in parole semplici non solo quelli orizzontali (per terra), ma anche quelli verticali (i muri, mensole, ponti tibetani etc.) per permettere ad ognuno di noi, quando ne sentiamo la necessità o per abbassare tensioni e conflitti, di avere un rifugio dove non essere disturbati e rigenerarci così dal punto di vista emotivo.

Dovete sapere che noi gatti, per nostra indole, non siamo proprio predisposti per il branco e a differenza dei cani, noi non amiamo molto la convivenza con i nostri simili. L’unico motivo per cui accettiamo questo compromesso è per il cibo e per un posto sicuro dove vivere.

I miei fratelli che vivono in colonia ne sono un esempio, ma ne parlerò più avanti.

Ora la mia vita scorre tranquilla, tra alti e bassi in termini di salute, ma anche qui la mia mamma ce la mette veramente tutta per tenere me e i miei fratelli in forma.

Lei dice sempre che è meglio prevenire che curare, all’inizio pensavo fosse un po’ apprensiva, ma ognuno di noi è stato salvato e curato prima che le cose si mettessero male.

Guardate come era messo Osvaldo al suo arrivo a casa, era rasato quasi ovunque (nella foto vedete solo il collo!) per riuscire a prendergli la vena, per le flebo …

Vivere in una casa non ti tiene sempre lontano dalle malattie e nemmeno dai pericoli, anche di questo parlerò in maniera più dettagliata.

Basta parlare solo di me, mi permetto di dare dei piccoli consigli da gatto, senza alcuna presunzione, semplicemente per aiutare tutte quelle persone che pensano di acquistare un gatto o adottarne uno.

I gatti di razza, dobbiamo ammetterlo, hanno un certo fascino e sono per lo più molto belli.

Comprendo benissimo le persone che acquistano un animale in quanto bello, ma voglio ricordarvi che non si tratta di un gioco, è pur sempre un essere vivente per il quale bisogna portare rispetto.

Ovviamente, ma sono di parte e lo ammetto, propendo di più per le adozioni di trovatelli nei gattili. Ce ne sono tanti, tantissimi di gatti che aspettano solo di essere accolti in una famiglia che li ami e li accudisca. Non solo cuccioli ma anche gatti diversamente giovani, un po’ attempati che avrebbero il diritto ad una chanches.

Ci sono infatti le adozioni che vengono solitamente definite “adozioni del cuore”, quando cioè una famiglia decide di dare ad un gatto malato, con qualche menomazione fisica o anziano, la possibilità di vivere l’ultimo periodo della propria vita in un contesto più accogliente di un gattile o di un rifugio, prendendosi cura di lui donando e ricevendo amore. Queste persone sono molto motivate ed estremamente consapevoli di tutte le difficoltà a cui andranno incontro: fosse anche solo per un tempo breve, sanno quanto tutto ciò possa portare felicità, amore e soddisfazione nella loro vita.

Un atto di amore a tutto tondo, senza condizioni, un amore che definirei, senza peccare di esagerazione, un amore raro e perfetto.

Questa è Luna nera una gattina tripode di un rifugio

Questo blog è il frutto di questo amore raro e perfetto, nato dal desiderio di una mamma che ricerca costantemente il nostro stare bene assieme.

Io ve lo racconto e se volete leggermi siete i benvenuti.